news

next events

Dewey Dell

Grave BUDA kunstencentrumKortrijk, BelgiumPremière1st and 2nd December 2011
place duration
Presentations
01/12/2011
02/12/2011
projects / advised
back

GIULIA MUREDDU
Prossimo



attachments

Prossimo è un quartetto che affronta domande scottanti sull'identità dell'individuo e sull'incontro con gli altri, indagando e smontando gli stereotipi - regole e comportamenti - in cui ognuno di noi è invischiato. Fino a che punto è possibile avvicinarsi al corpo e alla mente dell'altro?

Nella realizzazione del progetto vorrei concentrare la ricerca su tre temi principali: il corpo parlante, l'incontro, l'occhio.

Il corpo parlante o the lingual body (così definito durante la mia ultima ricerca al Danslab Research Centre all'Aja, 2008), trova la sua motivazione al movimento non in forme, codici o relazioni spaziali ma in sensazioni più profonde.
Scopo prefisso è disorientare la conoscenza codificata, destrutturarla senza perderne l'aggancio referenziale, e pervenire a realizzazioni in cui, combinando struttura predisposta e improvvisazione, il performer rinnovi l'esperienza del proprio corpo. Nella mia ricerca non è importante l'esecuzione di un insieme di movimenti (materiale accumulato, più o meno complesso e elaborato), bensì il processo per arrivare all'esecuzione di quel materiale, le sollecitazioni del corpo e della mente e il loro modo incessante di rapportarsi e interagire, lungo un percorso che io chiamo a zig-zag (vedi lecture Lingual Body). Viene così a crearsi un materiale nuovo, extremamente expressivo: il corpo parla.

L'incontro, il modo in cui un individuo si mostra e reagisce al mondo esterno, è espressione determinata dalla storia, dal carattere e dalla situazione in cui il performer si trova. Nella dinamica dell'incontro tra due individui, due corpi, ciò che conta è la contrapposizione vicinanza-lontananza, lo stabilirsi di provvisorie gerarchie di potere, la dialettica desiderio-seduzione-paura.
E' lontana da me l'idea che un corpo sia sul palcoscenico per manifestare la sua naturale coerenza, la sua unità organica; mi interessano di più la storia, la conoscenza, gli schemi sociali, le esperienze, accumulati sia dal corpo che dalla mente. Ciò che voglio mostrare è la relazione tra attività della mente e del corpo.

Il tema dell'occhio si sviluppa in tre direzioni: lo sguardo del performer, la percezione dello spettatore, l'occhio della videocamera. La visione del performer e dello spettatore sono in rapporto di scambio reciproco; il terzo occhio, quello della videocamera, enfatizza e amplifica la proiezione. La videocamera è al tempo stesso passiva e attiva nel suo registrare e tradurre ciò che ha filmato. Il suo contributo meccanico può esso stesso diventare creativo, vivere di vita propria. Ma quando?
Vorrei tentare di rendere manifesti squarci di realtà altrimenti invisibili allo spettatore, proprio con l'aiuto della videocamera. Vorrei sperimentare la proiezione image live di dettagli come una goccia di sudore, il petto ansimante di un danzatore affaticato, lo sguardo di un danzatore fuori scena. La conseguente enfatizzazione, anche se l'uso del video resterebbe comunque un ‘tool' al servizio dello studio di un corpo che interagisce con altri corpi, verrebbe a creare un ulteriore campo di indagine, finora da me trascurato.
Può anche darsi che il sovrapporsi di più corpi, memorie e pensieri evochi sulla scena il manifestarsi di un "Io" frammentato; usando tutti questi "Io" differenti, quanto più simultaneamente possibile, posso avvicinarmi di più all'essere umano che è sul palcoscenico, e trovare quella tridimensionalità della visione da cui sono attratta.

I temi di ricerca sopra indicati si collegano ai tratti distintivi della mia produzione artistica. Ciò che desidero rendere visibile sulla scena è il processo interattivo tra coreografo e performer, la relazione in continua evoluzione tra l'attività della mente e quella del corpo. Piuttosto che alla realizzazione di brani pervasi dall'estetica di una organizzazione armonica dei corpi, il mio interesse è rivolto alla destrutturazione dei processi che hanno luogo sulla scena e che coinvolgono l'investigazione, la comunicazione e la ricerca di prospettive.
Ambizione finale è che lo spettatore, attraverso la sperimentazione del performer, venga messo in condizione di ricreare l'esperienza del proprio corpo.

 

foto di Jochum Vrijiand