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Dewey Dell

Grave BUDA kunstencentrumKortrijk, BelgiumPremière1st and 2nd December 2011
place duration
Presentations
01/12/2011
02/12/2011
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Muta Imago
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"Dalla culla alla tomba il problema di stabilire ordine nel caos, direzione nello spazio, disciplina nella libertà, unità nella diversità, è sempre stato e sempre sarà il compito dell'educazione, cosí come costituisce la morale della religione, della filosofia, della scienza, dell'arte, della politica e dell'economia."
Henry Adams

Premessa.

Vorremmo viaggiare, fare piccole cose in situazioni calde e confortevoli, dopo aver attraversato spazi, linee e direttive. La realtà. Le piccole cose quotidiane. Immergerci nelle vite di tutte le persone che con la loro stessa esistenza fanno del mondo in cui viviamo proprio questo mondo, e non un altro. Capire come il loro rapporto con lo spazio in cui vivono disegna una geometria del presente che ci riguarda tutti.
Scoprire in che termini si diluisce la loro quotidiana lotta contro il mistero. Come lottano e come si proteggono da tutto quello che non capiscono. E come questa lotta, questa difesa finisca per disegnare le loro geometrie quotidiane: i loro spostamenti, le loro barriere, le forme del loro stare in un luogo. E le forme del luogo in cui stanno. E come queste due forme si influenzino a vicenda, generando una geometria tutta umana mai esistita prima e che mai esisterà dopo.
Raccogliere frammenti di reale per farne materia di creazione; trasformare singole storie in una storia unica, singole individualità in forme universali, molteplici spazi in un'idea di spazio e di relazione con esso: proprio come fa la geometria, che prende il sole, l'occhio umano, il pistillo della margherita e li trasforma in un cerchio, di cui scoprire le formule che ne governano il funzionamento universale.
Attraversare moltitudini e incontrare solitudini; capire quanti metri quadri bastano a una persona per vivere, quanti e quali spazi attraversa in un giorno, come difende il suo spazio, come lo immagina rispetto a quello degli altri, dove sente che questo finisce.
Per arrivare a realizzare astrazioni che continuino a raccontare tutto questo, ma a tutti.
Per arrivare a raccontarne la bellezza, di queste vite e queste forme, antiche e allo stesso tempo nuove, perché "non c'è un passato da rimpiangere, c'è soltanto il nuovo perenne che si forma dagli stessi elementi estesi del passato, e il vero rimpianto deve sempre essere produttivo, creare cose nuove e migliori." (J.W. von Goethe).
Punti e linee. Percorsi. Ramificazioni. Spirali. Cristalli. Caos.
La geometria. Intesa come scienza umana. Una scienza che si occupa di organizzare lo spazio attraverso forme riconoscibili. Che inneggia all'astrazione dalle cose reali. Che parte dalle forme naturali per allontanarsene per sempre. Una lotta contro il caos e l'imprevedibilità della natura e del mondo che si dispiega in linee, forme, dimensioni. Il tentativo di una razza, quella umana, di staccarsi dalla contingenza e dall'enormità delle dimensioni, cosí da rendere tutto a misura di sé. A misura d'uomo lo spazio, e quindi il tempo. A misura d'uomo le forme e il disegno del movimento; a misura d'uomo le sfere celesti e la spirale delle conchiglie, le nervature di una foglia e il delta di un fiume. A misura d'uomo perfino il caos, grazie ai frattali e Mandelbrot.
La lotta per la simmetria, per la costruzione di un punto di vista che conforti e rassicuri.
L'uomo che cerca di conoscere, di organizzare il proprio spazio e il proprio punto di vista, vogliamo scoprire. Comprendere in quali forme si dispiega il suo tentativo di fare conoscenza. Se e come l'emancipazione e il progresso dell'uomo passa per il rifiuto delle forme disordinate e irregolari in nome dell'ordine e della precisione.

Domande

Il rapporto tra lo spazio e il tempo. L'uomo al centro di questi due vettori, di queste due dinamiche, di questi due continui spostamenti. Non da un punto di vista teorico né solamente pratico. Ma l'incontro dei due nella vita reale. Il rapporto tra l'uomo e lo spazio che abita e come lo spazio che abita lo mette in relazione con il tempo.
L'uomo e lo spazio. L'individuo e la città. Lo spostamento e la velocità. La meta e il punto di partenza. La dipendenza da ogni secondo, dalla continuità del tempo e allo stesso tempo dalla frammentazione/divisione dello spazio.
Ancora penso, ancora parlo, ancora leggo, ancora cammino e perciò sono vivo. Quello che mi salva è continuare a sentirmi in uno spazio e un tempo.
Tutto lascia una traccia di qualche tipo.
L'uomo è al centro del suo mondo, al centro di tutte ciò che lo circonda. Dalle strade che attraversa al paesaggio che contempla, tutto sembra costruito per essere fruito in maniera ordinata. Ordinate sono le direzioni che attraversiamo, ordinato è il nostro stesso sguardo.
Lo sguardo sulla realtà è sempre filtrato dallo spazio in cui ci troviamo e in cui ci hanno messo. Io vedo uno spazio a partire da uno spazio. Che succede quando questo rapporto si interrompe? Che succede quando mi trovo, solo, di fronte alle più svariate DIMENSIONI? O alla loro improvvisa e completa assenza?
Vogliamo studiare la relazione tra l'uomo e le geometrie che lo circondano. Cercando di capire quali forme ci creano conflitto e quali invece no. Come si rapporta il corpo dell'uomo (e quindi del performer) al GRANDE e al PICCOLO. Quali emozioni le dimensioni creano e anche: da quali emozioni nascono le FORME e le DIMENSIONI.
E quindi attraversare discipline come l'architettura, l'urbanistica, l'ottica

Il corpo del singolo individuo e l'organismo della società che ha creato: come queste entità creano geometrie e in che modi entrano in relazione alle geometrie che crea.
Che rapporto c'è tra il potere e le forme? Quanto la nostra capacità di immaginazione è influenzata dalle forme che conosciamo? Quanto le amiamo e quanto invece cerchiamo di allontanarcene? La nostra affezione verso le forme geometriche ci porta a vivere in case che sono cubi, a passeggiare in piazze che sono cerchi e a muoverci su strade che sono linee. Dove si situa davvero il corpo dell'uomo in rapporto a questi tre elemeni: il punto, il cerchio e la linea? Quando e dove invece nasce un CONFLITTO?
Dove sono rintracciabili queste forme nel corpo e nell'azione dell'attore?
Come costruire una dinamica emotiva a partire dalle forme?

spettacolo: Displace #1 La rabbia rossa


Drammaturgia / suono: Riccardo Fazi
Assistenza tecnica: Maria Elena Fusacchia, Massimo Troncanetti
Performance: Chiara Caimmi, Fabiana Gabanini, Valia La Rocca, Cristina
Rocchetti
Costumi: Fiamma Benvignati
Organizzazione: Martina Merico
Produzione: Muta Imago 2010
Coproduzione Programma Cultura della Commissione Europea progetto Focus on Art and Science in the Performing Arts
Fondazione Teatro V.E. di Noto Regione Lazio assessorato alla cultura, spettacolo e sport
In residenza presso Angelo Mai L’Arboreto Teatro Dimora di Mondaino Inteatro Polverigi
Kollatino Underground Ruota Libera Teatro del Pigneto

foto di Luigi Angelucci